domenica 29 novembre 2009

in un'uggiosa domenica di fine novembre, con un manuale di storia moderna sulla scrivania e altre pile di libri ancora da studiare, solo poche cose consolano l'animo dell'afflitto studente: il proprio cane spiattellato sul letto che ti fa compagnia, sognando felici scorrazzate nei prati, una tazza d'orzo bollente fra le mani e il profumino dei biscotti da poco infornati, proveniente dalla cucina

per la felicità delle papille gustative di chi legge:

- 50 gr di burro
- 100 gr di zucchero
- 3 cucchiai di miele
- 450 gr di farina
- 1 cucchiaino di lievito
- mezzo cucchiaino di sale
- cannella a volontà
- zenzero fresco gratuggiato
- chiodi di garofano tritati
- 80 ml di acqua tiepida

in un pentolino sciogliete il burro e amalgamatelo con lo zucchero e il miele; in una casseruola unite la farina con le spezie, il sale ed il lievito; incorporatevi il preprato a base di burro e cominciate ad impastare, aggiungendo pian piano l'acqua tiepida; lavorate la pasta a lungo cosicchè il calore delle mani possa ammorbidirla; stendetela energicamente dello spessore che preferite (io suggerire il più finemente possibile); ritagliate con le formine i vostri biscotti e infornate a 180°C finchè non saranno ben coloriti!

mercoledì 18 novembre 2009

"Addio monti sorgenti dall'acque ed elevati al cielo, cime inuguali note a chi è cresciuto tra voi e impresse nella sua mente, non meno che l’aspetto de' suoi familiari, torrenti de' quali si distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche, ville sparse e biancheggianti sul pendìo come branchi di pecore pascenti, addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!

Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono in quel momento i sogni della ricchezza, egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere e tornerebbe allora indietro se non pensasse che, un giorno tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme, l'aria gli par gravosa e morta, s'inoltra mesto e disattento, nelle città tumultuose, le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade pare che gli levino il respiro, e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero pensa con desiderio inquieto al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà tornando ricco, a' suoi monti.

Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell'avvenire e n'è sbalzato lontano da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini e disturbato nelle più care speranze, lascia que' monti per avviarsi in traccia di sconosciuti, che non ha mai desiderato di conoscere e non può, con l'immaginazione, arrivare a un momento stabilito per il ritorno! Addio casa natìa dove sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni, il rumore d'un passo aspettato. con un misterioso timore. Addio casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore, dov'era promesso, preparato un rito, dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato e chiamarsi santo, addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto, e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande."